Scritti

Teatro


Titolo:
PUNTO DI NON RITORNO

Tecnica:
n.d.

Dimensioni
n.d.

Note:
da Informart, febb. 2000

PUNTO DI NON RITORNO


In quest’opera non vedrete simboli, dichiarano gli attori dal proscenio, nel crescendo dell’Alleluia di Haendel. Niente simboli, niente racconto ma certo storie, storie sfrangiate, attraversate da ossessioni, aneliti di vita, presagi di morte, annullamento. Storie d’amore e di follia di tre coppie in viaggio verso un punto di non ritorno, drammaticamente coscienti del tragico epilogo.


Storie di tormentati percorsi esistenziali, raccontati come grandi taches di un affresco dipinto da abili mani, dove i personaggi, magicamente scolpiti dalle luci di Luca Lai, esibiscono la loro vita, ora urlata ora sospesa sul filo di una violenza strisciante, in un paesaggio senza contorni, reso quasi amniotico dal levarsi di lente volute di fumo acre e attraversato da improvvisi lampi che mettono a nudo le carni candide dei corpi mostrati senza ritegno, visioni e immagini come incubi dell’anima.


In contrappunto momenti tragicamente ironici di una quotidianità alienata, di un tempo sottratto all’uomo, puntigliosamente programmato da una sofisticata industria del tempo libero, invadente e totalizzante, che alza a vessillo il culto della bellezza narcisisticamente costruita nelle palestre di fitness, e che si ripropone in tutta la sua spudorata sfacciataggine su una spiaggia della riviera romagnola (o di San Francisco, non fa differenza nel sistema globalizzato dei desideri), in un estenuante karaoke guidato da un inossidabile trainer. O dove le sopite pulsioni di un solitario voyer notturno si affidano a un seducente numero di chat-line per riempire il suo vuoto di ambigui fantasmi.


Quasi a sé stante un finale indecifrabile, forse come aspirazione a un improbabile ritorno alla natura di una umanità che si annulla per ritrovare la sua originalità.


Teatro delle Saline, dicembre ’99. Regia Pierfranco Zappareddu. Gli attori: Roberto Crobu, Andrea Perniciano, Nicola Ebau, Giorgia Gessa, Rita Spadola, Valeria Cossu, Annamaria Musiu. A cura di Domus de Janas