Scritti

Commemorazioni


Titolo:
GIUBILEI & GIUBILEI

Tecnica:
n.d.

Dimensioni
n.d.

Note:
Da InformArt dic. 2000

GIUBILEI & GIUBILEI


Ormai siamo giunti alla fine di questa lunga kermesse dell'anno giubilare del 2000, che ha visto un proliferare di manifestazioni, tra il sacro e il profano, dove i momenti di autentica religiosità si sono frammischiati ad altri di puro interesse economico o di semplice divertissement (erano comunque nel conto e non ci formalizziamo per questo) e ad altri ancora, spesso di inutile spettacolarità nella lunga passerella dell'effimero, che hanno scandito i tempi di quest'anno che sta per chiudersi.


L'Italia è stata percorsa in lungo e in largo dai “pellegrini” moderni, persino a piedi, e lungo il percorso della via Francigena, tra pievi romaniche e tartufi doc, ai lati delle strade, abbiamo potuto ammirare le piccole piastrelle in cotto con l'effige del pellegrino, incastonate nei paletti che segnano le distanze chilometriche. Anche l'ANAS ha dato il suo piccolo contributo. Il Papa, dal canto suo, ce l'ha messa tutta per dare a questo evento il massimo di autenticità possibile e affermare (almeno per il mondo cristiano) la centralità della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Anzi, per qualche verso, ha fatto anche troppo, è riuscito a far regredire la storia a prima del 1870: è proprio vero che nulla è scontato. Dobbiamo convenire, anche per i meriti che gli riconosciamo senza riserve, che ha fatto bene il suo mestiere; da Papa, appunto. Stiamo in attesa di vedere se anche lo Stato, quello Stato laico, democratico, multiculturale, nel quale immaginavamo di vivere, saprà fare, da parte sua, altrettanto.


Chissà se i tanti pellegrini, convenuti da tutto il mondo e che hanno affollato la Piazza di San Pietro, abbracciati simbolicamente dal colonnato del Bernini, si sono interrogati sul significato profondo di questo incontro ecumenico che esplicitamente lanciava messaggi di pace e, soprattutto, di fratellanza e solidarietà, vissute e praticate. Chissà se la gran parte ha saputo distinguere, tra i richiami anche di segno opposto, orientati prevalentemente verso quella 'soddisfazione corporale' della società dei consumi che lo stesso Pontefice ha più volte condannato, quella voce che invece esortava alla 'conquista dello spirito', al perdono ma anche e soprattutto alla contrizione, alla richiesta del perdono. Perché questo è sempre stato il fine ultimo dei Giubilei, un viaggio avventuroso ed estenuante nei luoghi santi della cristianità, al cospetto del divino, per chiedere la remissione dei peccati (e in certi casi anche il perdono degli uomini e la cancellazione dei debiti). Ne sapevano qualcosa gli antichi pellegrini, che dovevano pagare tributi e pedaggi, e sottostare a mille soprusi e angherie. Raccontano le cronache del tempo, per esempio per le regioni della Cisa, ma anche della Lunigiana e dell'Apuania, durante il dominio dei Malaspina e, prima, quello longobardo, come fossero trattati. E questo proprio quando la via Francigena era in piena attività. “.... Trattati come merce di scambio dai vari signorotti, tra liti e divisioni, gli abitanti di Massa si trovarono a dover pagare tributi ora a questi, ora a quelli, ora a tutti. ...”.


Le lamentele riguardavano proprio questo continuo stillicidio di pedagi per quanti erano i signorotti e i rami e i sotto-rami dei Malaspina. Chi tornava da Santiago di Compostela raccontava, però, che in Spagna era ancora peggio. Le cronache narrano anche della feccia che si accompagnava ai fedeli “... briganti, trafficanti, donne di malo costume, barattieri, lenoni, avventurieri, traditori ...”. Le spese da sostenere per poter difendere i confini e controllarli dall'infiltrazione clandestina dei malavitosi e dei fuorilegge, degli esiliati politici, dei propagatori di idee sovversive, dei menagramo, delle prostitute e degli appestati erano le ragioni addotte dai Malaspina e dal vescovo di Luni, dopo il crac finanziario dell'economia lunese, per giustificare questo furto legalizzato. Certo è che la via Francigena, malgrado la rete degli ostelli e dei refettori religiosi, costava un occhio della testa. E ancora c'era la necessità di distinguere tra pellegrino volontario e pellegrino per forza, applicando trattamenti diversi per il vitto, la ricezione, i salvacondotti. Perché nel Medioevo, spesso, gli ammazzamenti, gli incesti, i sacrilegi, i delitti di sodomia e contro i minori, erano puniti con l'obbligo di andare a Roma e di tornare con tutti i visti in ordine nel passaporto. Si narra che un cittadino di Castelfiorentino avesse cuciti nella tonaca da viaggio ben quattro nastrini con i colori del Vaticano:quattro viaggi a Roma da penitente! L'Inquisizione imponeva all'eretico di battere la via Francigena con due grandi croci di stoffa color zafferano, ben visibile davanti e dietro, cucite sulla tunica. E i giudici più rigorosi del braccio secolare ordinavano che i delinquenti affrontassero il viaggio carichi di catene e con un collare di ferro. I pesanti pedaggi e i severi controlli venivano giustificati come un deterrente e servivano a scremare le masse nel loro cammino di redenzione. Perciò le autorità favorivano l'imbarco degli indesiderati sulle navi della linea penitenziale, versoi porti francesi o della Catalogna e, pur di liberarsene, nella loro logica di curatori di anime, preferivano, anziché far recitare le classiche cento avemarie, allontanarli con un viaggio a piedi di oltre mille chilometri. Ma questa è un'altra storia.


Questo Giubileo ha, dal suo canto, avuto momenti esaltanti, grazie anche alla complessa macchina organizzativa messa in campo, alla poderosa partecipazione dei mezzi di comunicazione di massa e alla partecipazione autentica di molti, ma anche grandi cadute e pericolose sterzate (rispetto a quei percorsi orientati alla “distensione” in precedenza annunciati e affermati) che hanno sapore di sfida, di crociata, di separazione, in nome di “oscuri principi” ...... E questa invece potrebbe essere la storia del prossimo futuro.